ESSERE GENITORE DI UN ATLETA : IL DECALOGO
COSA ASPETTARSI DA UNA SOCIETA’ SPORTIVA
L’obiettivo di una Società sportiva è quello di offrire a bambini e ragazzi l’opportunità di svolgere un’attività sportiva di gruppo in forma organizzata e strutturata, mettendo a disposizione strutture e materiali adeguati e soprattutto tecnici in possesso delle qualifiche necessarie.
Dirigenti e tecnici dovranno far acquisire ai giovani i valori dell’amicizia, della tolleranza, della convivenza civile e pacifica, del rispetto delle regole e dei ruoli, dello spirito di gruppo, valorizzando le capacità dell’individuo.
Dirigenti e tecnici concorreranno di concerto alla figura di “operatori sportivi”, ma avranno ruoli diversi:
- l’allenatore insegna la tecnica del gioco e cura la preparazione fisica e psicologica degli atleti;
- il dirigente si occupa degli aspetti logistici e gestionali della squadra e svolge, nei modi richiesti, le pratiche burocratiche.
Insieme cooperano e gestiscono il gruppo-squadra confrontando le proprie opinioni e decidendo insieme le condotte da tenere.
Dagli atleti ci si aspetta che si divertano e in cambio si chiede che l’attività sia svolta con impegno e con costanza di presenza. Ci si aspetta inoltre che gli atleti manifestino i loro bisogni e aspettative in modo serio, diretto e rispettoso, all’allenatore o al dirigente.
COME AIUTARE I PROPRI FIGLI A CRESCERE CON LO SPORT
E’ giusto che i genitori incoraggino i figli che scelgono di dedicarsi ad uno Sport, ma prima di tutto devono capire che lo Sport è una forma di socializzazione e un divertimento.
Evitino di cadere in gelosie e ambizioni che il più delle volte causano sgradevoli problemi e ostacolano una serena e promettente attività sportiva dei figli; mai devono sostituirsi a loro o proiettare su di essi le proprie aspettative e desideri.
Al contrario, un’attività sportiva ben supportata diviene uno dei mezzi più potenti per sostenere i figli a crescere in un ambiente “sano” in cui sono spronati ad impegnarsi, a migliorare, a mettersi alla prova, a stringere rapporti sociali, a capire i sacrifici e l’umiltà, ad assumersi delle responsabilità e a diventare membri di una società nella quale valgono diritti e doveri per tutti.
I genitori capiscano che nello sport anche la delusione diventa il mezzo per crescere, perché il mancato raggiungimento di un obiettivo stimola a migliorare attraverso esercizi, allenamenti e fatiche con un effetto positivo sullo svolgimento delle attività scolastiche ora, e più tardi di quelle lavorative. La competizione fa parte della natura umana ed i bambini/ragazzi competono per natura perché senza questo stimolo non evolvono in adulti, ma è il modo in cui gli adulti alle loro spalle interpretano la competizione che è lontano dalla loro mente: i bambini giocano una partita per volta e, vada come vada, la terminano per cominciarne un’altra, senza mai perdere la serenità e la misura dei loro limiti.
DECALOGO DEL GENITORE NELLO SPORT
Qui di seguito sono elencati alcuni suggerimenti che possono aiutare i genitori a tenere un modello di comportamento positivo nei riguardi dei propri figli; modello che non deve essere preso come verità certa e indiscussa, ma solo come una corretta traccia di riflessione.
- I genitori possono stimolare e incoraggiare la pratica sportiva, lasciando che le scelte ed i ritmi dell’attività siano condivisi dai figli.
- I genitori possono incitare i figli a migliorare facendo capire che l’impegno alle lezioni e agli allenamenti sarà una futura fonte di soddisfazioni, così come avviene per l’impegno a scuola. Devono dimostrarsi interessati alle competizioni dei figli mettendo in evidenza i miglioramenti.
- É bene che i genitori facciano sentire la loro presenza nei momenti di difficoltà, sdrammatizzando gli aspetti negativi e incoraggiando quelli positivi per tutelare la soddisfazione psicologica dei figli. In altri termini, devono far vedere sempre il bicchiere “mezzo pieno” e non “mezzo vuoto”.
- I genitori possono aiutare i figli a stabilire tappe e mete realistiche, adeguate alle loro possibilità.
- I genitori abbiano un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto ai risultati. “Saper perdere” è difficile, ma è più importante che “saper vincere”, perché nello sport, così come nella vita, il più delle volte non si vince e devono far capire che dopo una caduta è solo necessario rialzarsi.
- I genitori possono offrire le opportunità per un’educazione globale. In altri termini possono aiutare i tecnici a trasmettere i concetti di rispetto delle regole, comprese quelle del gioco, di rispetto dei compagni, degli impegni, delle priorità, degli orari, delle attrezzature, degli indumenti e dell’igiene personale e devono collaborare al raggiungimento degli obbiettivi stabiliti dagli allenatori.
- I genitori possono stimolare la crescita dell’individuo che dimora nei propri figli attraverso lo sviluppo della loro indipendenza, evitando di essere sempre presenti a tutti i costi e in tutte le situazioni. I genitori possono evitare di decidere sempre e su tutto al posto dei figli per paura che possano sbagliare.
- I genitori NON possono interferire nelle scelte tecniche e nelle decisioni degli allenatori. Prima di criticare l’operato dei tecnici dovrebbero chiedere chiarimenti ai diretti responsabili utilizzando i canali di comunicazione indicati dal Direttivo. Sarà impegno del Direttivo quello di ascoltare di spiegare le scelte effettuate dai propri tecnici. I genitori DEVONO evitare di dare giudizi negativi in pubblico e davanti ai figli sull’operato di tecnici o dirigenti quando possono tranquillamente esprimere la loro opinione o i loro dubbi nella sede e nei modi più opportuni.
- I genitori DEVONO rispettare le decisioni dell’arbitro perché sono insindacabili. Gli atteggiamenti di contestazione verso gli ufficiali di gara sono sanzionabili con ammende alle Società Sportive, e soprattutto creano imbarazzo alla squadra, cala la concentrazione e si creano alibi e deresponsabilizzazioni.
- I genitori NON possono intervenire nelle normali relazioni e/o nelle assunzioni di responsabilità dei figli con gli altri componenti del gruppo. Se il figlio ha un problema con i compagni, questo deve essere fatto presente ai responsabili della Società Sportiva, i quali saranno pronti ad intervenire nel modo più equilibrato possibile, sempre che la cosa sia necessaria. Gli interventi diretti dei genitori, a torto o a ragione, sono sempre deleteri e contribuiscono solo a deteriorare le situazioni in essere.
CONCLUSIONI
I genitori vivano lo sport in modo tranquillo e sereno, rendendo l’agonismo un oggetto interessante e piacevole, ricordando che si tratta sempre e comunque di un gioco.